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Attraverso l’oceano

Attraverso l’oceano . . . A proposito dei casi letterari di Elena Ferrante negli Stati Uniti e Jhumpa Lahiri in Italia

Il panorama letterario italiano è stato testimone di due casi molto interessanti degli ultimi anni: il notevole successo negli Stati Uniti dei quattro romanzi di Elena Ferrante e in Italia della scrittice indiana Jhumpa Lahiri, che ha pubblicato nel 2015 il suo primo lavoro in italiano, In altre parole.

Nella conferenza, il prof. Roberto Bertilaccio si discute le opere delle due autrici e le ragioni del loro successo internazionale.

Elena Ferrante è autrice dell’Amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Nel 2006 le Edizioni E/O hanno pubblicato il romanzo La figlia oscura, nel 2007 il racconto per bambini La spiaggia di notte e nel 2011 il primo capitolo dell’Amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo, Storia del nuovo cognome, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta, e nel 2014 dal quarto e ultimo, Storia della bambina perduta.

Di fronte alla qualità della scrittura, persino la vera identità dell’autrice passa in sordina. Esiste, infatti, davvero Elena Ferrante o dietro al nome si cela un diverso autore? O, come dicono alcuni, diversi autori? Senza aver mai svelato la propria identità, Elena Ferrante è a oggi una scrittrice apprezzata non solo in Italia ma anche all’estero. Attraverso i suoi scritti è riuscita nella difficile impresa di farsi superare, in fama, da essi.

L’autrice di quattro ormai celebri romanzi – Lahiri racconta di aver deciso di scrivere la sua prima autobiografia in italiano per ritrovare sé stessa. Una sfida liberatoria per una donna orfana della lingua madre – il bengalese – e che ha appreso l’inglese non per scelta ma per formazione. Una sfida, dice l’autrice, presa anche contro chi la sconsigliava, specialmente in America, di sfidare un mercato principalmente anglofono con un libro in una lingua parlata da pochi e appresa da adulta, quindi sempre sfuggente.

“Il libro racconta come è nato il mio amore per la lingua italiana. Sembra nasca per caso, in modo frivolo, inutile, senza bisogno pratico, irragionevole, come qualsiasi innamoramento,” dice Lahiri sempre emozionata al ricordo. “Sto cercando una mia lingua che vorrei possedere ma non posso. L’italiano per me è la lingua della felicità, nonostante l’angoscia di trovarmi ai margini di una lingua che amo perdutamente,” dice la scrittrice.

Scritto tre anni fa e pubblicato lo scorso anno da Guanda, In altre parole è ora disponibile con traduzione inglese a fronte di Ann Goldstein, già traduttrice tra gli altri di Primo Levi ed Elena Ferrante, il caso letterario dalla identità celata da uno pseudonimo e le cui opere hanno profondamente ispirato Lahiri.

Il dott. Roberto Bertilaccio (Ph.D. – Universtà di Siena, Italia) è attualmente Visiting Lecturer presso l’Università di Delhi e la Jamia Millia Islamia University, New Delhi. Ha pubblicato articoli e saggi sulla letteratura italiana del XIX e XX secolo.

 

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura, Mumbai
  • In collaborazione con: Somaiya Centre for Lifelong Learning