La conferenza del prof. Bertilaccio, lettore di ruolo MAECI, presenta la storia dell’inventore del libro moderno e del concetto stesso di editoria, di colui che fece di Venezia la capitale internazionale della stampa. Nel XV secolo, Aldo Manuzio veniva considerato come il maggior tipografo del suo tempo: a distanza di oltre cinquecento anni, possiamo riconoscere in lui il primo precursore degli editori moderni. È proprio verso gli anni ottanta del XV secolo, che Manuzio maturò quello che sarebbe poi divenuto il suo progetto editoriale, per mezzo del quale egli voleva diffondere, e soprattutto preservare la filosofia greca e la letteratura greca e latina da un continuo oblio, recuperando e riproponendo i grandi capolavori classici, tramite edizioni stampate.
A cinque secoli di distanza, le opere stampate da Aldo Manuzio, oltre ad essere di grande valore, conservano ancora un grande fascino. In venti anni di attività Manuzio riuscì ad introdurre in ambito tipografico delle importanti innovazioni, sulle quali si basa tutt’oggi l’editoria moderna: il carattere corsivo o italico, apparso per la prima volta nelle Epistole di Santa Caterina da Siena (1500); il formato in ottavo, che permise la confezione di libri più piccoli e per un pubblico più vasto, antesignani degli attuali tascabili. Inoltre Manuzio impiegò per primo quella che diverrà la definitiva sistemazione della punteggiatura (il punto, la virgola, il punto e virgola, l’accento e l’apostrofo usati, per la prima volta, nella loro forma odierna), fu il primo ad editare il libro con la numerazione delle pagine su entrambi i lati (fronte-retro) e fu anche il primo a pubblicare il catalogo delle proprie edizioni che arrivò a comprendere, in totale, oltre 130 opere.